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lunedì 30 marzo 2015

5 alternative naturali alla candeggina

La candeggina è un prodotto molto usato, e in alcuni casi abusato, nelle case italiane. Viene adoperato per eliminare la muffa, per lucidare le stoviglie, sbiancare i vestiti, per disinfettare pavimenti e uccidere germi.
Spesso, però, si tende a sottovalutare i pericoli collegati al suo utilizzo.
La composizione chimica della candeggina è una miscela corrosiva in molti casi pericolosa: se mescolata ad altri prodotti e in ambienti chiusi, ad esempio, può creare gas velenosi.
Gli animali domestici sono suscettibili ai suoi vapori, così come lo sono persone particolarmente sensibili. Non solo, il contatto diretto con la pelle può causare irritazione e bruciore intenso.
Quindi, perché rischiare? Esistono infatti molte alternative naturali alla candeggina che ci permettono di pulire casa in modo più sicuro e sostenibile. Vediamone alcune.
1 Aceto
L’aceto è un prodotto naturale che conosciamo molto bene. Sicuramente ha un odore più gradevole se paragonato a quello della candeggina, ha tante proprietà curative ed è completamente sicuro. Può essere adoperato per la cottura degli alimenti, per il bucato, per lavare i pavimenti. È inoltre un disinfettante veramente efficace, come confermato da diversi studi.
Al link trovate alcuni consigli su come adoperarlo per pulire casa:http://ambientebio.it/come-pulire-casa-con-laceto/
Natural Cleaning with Lemons and Baking Soda
2 Bicarbonato di sodio
Anche il bicarbonato di sodio è un’ottima alternativa all’uso di candeggina. Può essere adoperato per fare il dentifricio, per il trattamento delle punture di insetto, ma anche per lavare le stoviglie, pulire il forno e profumare la casa.
Il modo migliore per sostituire la candeggina con il bicarbonato di sodio è durante il bucato. Le proprietà alcaline di questo prodotto aiutano soprattutto a cancellare le macchie di e i residui di grasso. Con l’aggiunta di ½ tazza di bicarbonato di sodio al normale detersivo per lavatrice in polvere, i vostri vestiti usciranno più puliti del solito.
Per ulteriori approfondimenti, al link trovate altri usi del bicarbonatohttp://ambientebio.it/il-bicarbonato-e-i-suoi-vari-usi/
3 Perossido d’idrogeno
Il perossido di idrogeno è un ottimo disinfettante e può essere utilizzato sia in cucina, che in lavatrice, ma anche nel bagno.
Per schiarire i panni, ad esempio, aggiungete ½ tazza diperossido di idrogeno al detersivo prima del lavaggio di routine.
Mescolato in una bottiglia spray con un po’ di acqua può essere adoperato in cucina per pulire taglieri, spugne ed eliminare i batteri dalla verdura. Se volete approfondire l’argomento, potete farlo leggendo il nostro articolo http://ambientebio.it/acqua-ossigenata-e-mille-usi-con-poca-spesa/
 4 Succo di limone
Un’altra grande alternativa alla candeggina potrebbe essere ilsucco di limone.
Le proprietà acide del limone lo rendono una soluzione sicura per pulire e disinfettare materiali da cucina come taglieri e vassoi. Inoltre ha un profumo gradevole.
Per utilizzare il succo di limone come alternativa alla candeggina, tagliate il limone a metà e strofinatelo sulla parte interessata. Potete anche utilizzare il succo e mescolarlo con acqua in una bottiglia a spruzzo.
5 Tea Tree Oil
Noto anche come olio di melaleuca, il tea tree oil è un olio essenziale con una grande varietà di usi. È adoperato in cosmetica per il trattamento di acne, infezioni e forfora. In genere si utilizza anche per allontanare i pidocchi e pulire la casa.
Ed è proprio in quest’ultimo modo che lo possiamo utilizzare al posto della candeggina.
Mescolando un paio di gocce con acqua tiepida in una bottiglia a spruzzo, l’olio di tea tree diventa un ottimo strumento per la pulizia dei pavimenti e degli elettrodomestici.
A link potete approfondire le sue proprietà: http://ambientebio.it/le-molte-virtu-dellolio-di-tea-tree/
E voi, quali alternative naturali utilizzate per limitare il consumo di candeggina?
(Foto in evidenza: media1.onsugar.com; foto interna: thegreenhead.com)

domenica 29 marzo 2015

LA MIA BIMBA E’ LOTUS



LA MIA BIMBA E’ LOTUS
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Come un fulmine a ciel sereno giunge la notizia che ti cambia la vita: sei incinta. Iniziano i primi controlli, tutto procede per il meglio e cominci a documentarti su dove vorresti dare alla luce la tua bambina. Tra corsi preparto, libri e “viaggi” in internet, scopri, un po’ per caso, che esiste una procedura dolce e rispettosa della vita che verrà: il Lotus Birth.
Peccato che in Italia se ne parli ancora così poco, tanto da rendere la scelta difficile perché le persone ti guardano come una matta e i medici non sanno darti consigli per mancanza di esperienza al riguardo.
Mio marito ed io abbiamo desiderato un parto naturale, senza ricorso ad analgesici ed epidurale, pensando soprattutto agli effetti che questi hanno sui bambini. Dunque, il passo è stato breve: quale nascita più rispettosa di quella che non getta via la placenta, compagna di vita di tua figlia per nove lunghi mesi, se non Il Lotus Birth?!
Il Lotus Birth è, infatti, proprio questo: lasciare al tuo bambino la possibilità di decidere quando è il momento giusto per dire addio a qualcosa che, per tanto tempo, ha percepito come parte integrante della sua esistenza; quell’altra parte di sé che, ricordiamolo, ha il medesimo patrimonio genetico e nutre il bambino, gli permette di respirare, svilupparsi e crescere.
Anche senza entrare nel merito dei numerosi studi che sono stati condotti su quanto le modalità con cui veniamo al mondo ci condizionino tutta la vita, è facile dedurre come la placenta sia un organo essenziale e per questo meriti un’attenzione maggiore ed un pò più di rispetto.
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Decidere di fare il Lotus, tuttavia, non è stato semplice, in quanto il sostegno da parte dei medici è veramente nullo: la maggior parte di essi non ha idea di cosa sia e, qualora si trovi un ospedale favorevole all’esercizio di questa pratica, non è detto che il personale la conosca a fondo.
Nel mio caso decidere di partorire in un nosocomio è stato un passo obbligato, avendo ereditato una malattia genetica che mi imponeva l’assistenza ospedaliera per non incorrere in seri rischi di emorragia post-parto.
Per tali ragioni accantonai il desiderio di partorire in casa e mi affidai alle cure di un ospedale che contemplava il parto integrale.
Mio marito ed io siamo felici di aver scelto il Lotus Birth e, qualora dovessero arrivare altri figli, saremmo sicuri nel ripetere la scelta, in quanto siamo convinti che solo il bambino sappia quando è il momento di recidere il cordone ombelicale.
Quasi come se volesse convalidare la nostra supposizione, leggemmo sul sitowww.lotusbirth.it, la testimonianza di un papà osteopata che decise di effettuare il parto Lotus per la sua primogenita in seguito all’atteggiamento dell’ostetrica, la quale dichiarò, dopo soli tre minuti da quando era avvenuta l’espulsione della placenta, di non sentire più alcuna pulsazione. A quel punto egli stesso decise di valutare se nella placenta non ci fosse più pulsazione e nel farlo, non si limitò alla sola pulsazione arteriosa, bensì a quello che gli osteopati chiamiamo IRC (impulso ritmico cranico). L’IRC è una “pulsazione” che si impara a misurare manualmente durante la formazione osteopatica; si tratta di un ritmo più lento di quello respiratorio arterioso, la cui frequenza si aggira intorno alle 8-12 oscillazioni al minuto e che è possibile percepire in tutti i tessuti del corpo vivente.
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Dopo aver valutato l’IRC sulla bambina, egli afferma: “ho provato a sentire se fosse presente anche nella placenta, oramai non più pulsante dal punto di vista arterioso. Con mio grosso stupore, l’impulso ritmico cranico era presente ed era identico sia nella frequenza che nella ampiezza e forza di espressione a quello della bambina, come se il corpo della neonata e la placenta fossero un tutt’uno che partecipa allo stesso “respiro”. Ho continuato a valutare l’IRC nei giorni seguenti. Il secondo giorno la placenta aveva un ritmo diminuito, con minore ampiezza e forza rispetto a quello della bambina, e tale diminuzione è continuata fino a che il quarto giorno non ho più avvertito la presenza di IRC nella placenta”.
Al di là della spiegazione tecnica, quello che ci colpì fu la scoperta che c’era qualcosa che accadeva, nonostante la pulsazione arteriosa non venisse più rilevata. Si insinuava nella nostra mente una domanda: come si fa ad essere certi che non c’è ancora qualcosa che passa dalla placenta al bambino?Ed anche per questa domanda fu illuminante leggere l’articolo: Lotus Birth… porsi un’altra domanda, di Robin Lim – tratto da Midwifery Today Magazine, N° 58, estate 2001 e tradotto da Swapan

In esso un’ostetrica descrive la sorpresa di un medico biochimico, il quale curioso di vedere come si sarebbe comportata la natura nel rapporto tra suo figlio e la placenta, scelse per lui un parto Lotus.. Ebbene, la nonna prima e il medico poi, notarono qualcosa di sorprendente: dopo cinque giorni dalla nascita, nonostante il cordone ombelicale fosse secco, apparentemente senza vita, la placenta, che giaceva a circa 40 centimetri da l bambino, mentre questi veniva allattato dalla mamma, pulsava.
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Dopo aver letto tutto ciò non potevamo più ignorare che qualcosa di straordinario come la vita non trova sempre una spiegazione razionale e ci convincemmo che non dovevamo interferire in questo speciale rapporto di cui solo nostra figlia avrebbe avuto consapevolezza. La vita è un miracolo e se la natura ha previsto che accanto al bambino ci sia la placenta, perché non accettare oltre a nostro figlio anche l’organo che l’ha tenuto in vita per nove lunghi mesi?
La nostra primogenita è una bambina Lotus ed è stato meraviglioso accogliere lei e la sua placenta, dedicando anche ad essa numerose cure ed attenzioni per otto giorni, il tempo utile affinché nostra figlia decidesse di staccarsi dal suo cordone.
Durante questo periodo la bambina si muoveva appena, quasi volesse preservare la placenta e non esporla ad inutili rischi, poi una mattina, alle ore 4:30, un vagito ci destava e notavamo il cordone che si staccava, il tutto seguito da uno splendido sorriso, come a voler dire: “grazie amica mia, ora so che posso lasciarti andare, mi sento pronta per proseguire da sola”.
Il parto integrale è un esperienza stupenda e sono certa che se gli ospedali promuovessero questo tipo di nascita, si coinvolgerebbero molti più genitori, perché a volte la paura di essere etichettati come diversi o comunque strani, ci fa perdere la possibilità di vivere delle esperienze che ci potrebbero regalare invece emozioni incredibili.
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A tale proposito, mi piace ricordare i commenti di chi ha assistito al nostro parto:
<<è stato un parto meraviglioso, vi devo fare i complimenti e mi documenterò sul lotus birth perchè è qualcosa di veramente stupefacente>> ( l’ostetrica che assistette al nostro parto e che non aveva mai praticato un lotus).
<<la mia esperienza da nonna? Beh, nuova direi, ma bellissima: avere questa cucciola tra le braccia con la sua placenta è stato viverla come se stesse ancora nel ventre della mamma. Non ci sono parole per spiegare quanto importante sia e quanta emozione si possa provare; bisognerebbe viverla>>(la nonna materna che, come una doula, ha vissuto con noi il momento del parto e quello successivo permettendoci di dedicarci esclusivamente alla nostra primogenita) .
Quelle che seguono sono, invece, le parole della zia che ci è venuta a trovare immediatamente dopo il parto: <<conoscendo mia sorella dovevo aspettarmi dei colpi di scena e quando mi ha parlato di un parto lotus, ovviamente, non sapevo nemmeno della sua esistenza, quindi, dopo una lunga chiacchierata con lei dove mi spiegava il tutto, ho cominciato a fare varie ricerche perché, come è ovvio e umano che sia, è nata in me una forte paura per le conseguenze di questa forma innovativa di parto. Certo, devo dire che mi ha stupito leggere di tutti i benefici che apporta al bambino una scelta di questo tipo. Il giorno in cui è nata mia nipote è stato stupendo, ma nel contempo strano, perché vedere la placenta al di fuori dell’utero non è cosa di tutti i giorni. La sorpresa è stata stupefacente: mia nipote sembrava avere un forte legame nei suoi confronti, infatti, se la sfioravi o la tenevi in modo errato la bimba si lamentava quasi come se ne provasse fastidio, come se ti stesse dicendo: non toccarla, è mia! Un figlio ti cambia sicuramente la vita, ma un parto così ti fa riflettere su quanto sia speciale il nostro corpo e quale miracolo inimmaginabile sia la vita>>.
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Prima di concludere vorrei, inoltre, richiamare l’attenzione sulle prove scientifiche che dimostrano l’efficacia del taglio del cordone ombelicale: non ve ne sono.
Ciò che in passato veniva fatto solo in casi di effettiva necessità è diventato routine, eppure, la stessa OMS – Organizzazione mondiale della Sanità afferma: “Il taglio del cordone tardivo o nessun taglio sono la procedura fisiologica. Il taglio immediato è una procedura invasiva che deve essere giustificata. Nel parto fisiologico non è giustificata”.
Alla luce di quanto detto perché non lasciamo decidere ai nostri figli quando dire addio alla loro amica più cara?
La placenta ha vissuto col bambino per nove lunghi mesi, deve avere un grande significato, se non per noi, almeno per il bambino.
Valeria Montuor

Gli ecovillaggi, vivere nel pieno della sostenibilità ambientale ed ecologica

Gli ecovillaggi, vivere nel pieno della sostenibilità ambientale ed ecologica

ecovillaggi
Gli ecovillaggi sono delle comunità basate esplicitamente sulla sostenibilità ambientale e biologica, dove gli abitanti vivono dunque secondo modelli di sostenibilità ecologica, socioculturale, ed economica per ridurre al minimo l’impatto ambientale.
Tutti i residenti, dunque, vivono secondo uno stile di vita alternativo ai classici e comuni modelli socio-economici più diffusi. A prova di ciò, l’uso di energie rinnovabili e di soluzioni a zero impatto ambientale, come l’alimentazione per esempio, basata su permacultura o altre forme di agricoltura biologica. Gli insediamenti, invece, possono essere costituiti da case antiche in pietra o dalle più rivoluzionarie case in lamellare di legno coibentato.
Di ecovillaggi ce ne sono migliaia in tutto il mondo. L’area più ricca di ecovillaggi nel pianeta è senza dubbio il continente americano: conta circa 2.000 comunità, il 90% delle quali si trova negli Stati Uniti.

Gli ecovillaggi in Italia

Ma anche in Italia è possibile trovare diversi ecovillaggi. Vediamo insieme dove poterne trovare in una lista raggruppata per regione.

PIEMONTE

Comune di Olat

Val Chiusella
Val Chiusella
Si trova nell’antica Val Chiusella, dove è sorta la più conosciuta realtà diDamanhur. La proprietà della terra è dell’Associazione Olat Terra che ne ha venduto e ne vende delle sezioni, assieme a cascine generalmente diroccate, alle persone che hanno aderito ed aderiscono al progetto. Un ruolo di primo piano è ricoperto dall’artigianato. Ogni persona che vive ad Olat ha un suo lavoro ed una propria economia privata, pur a fronte di una cassa comune.
Per maggiori informazioni: www.viverealtrimenti.com/comune-di-olat

Cooperativa di Bordo

Bordo
Bordo
E’ attiva dal 1982, e ha come principale intento la ristrutturazione di un antico villaggio abbandonato, in questo caso di bassa montagna e ai confini con la Svizzera. Bordo si trova nel Parco Naturale dell’Alta Valle Antrona, immerso in un’ambiente naturale riposante. E’ raggiungibile soltanto a piedi, ma è attiva una teleferica per il trasporto dei materiali. Il villaggio si compone di case in pietra ristrutturate in modo semplice, ed è conosciuto ed apprezzato come sede di corsi e seminari, ma anche come luogo per le vacanze.
Per maggiori informazioni: www.bordo.org

Federazione di comunità di Damanhur

Damanhur
Damanhur
Damanhur è attiva dal 1975. E’ una Federazione di Comunità spirituali sita a nord del Piemonte, tra Torino e Aosta, in un raggio di 15 chilometri che comprende al centro la Valchiusella, una valle ancora verde e pulita in cui i seicento cittadini di Damanhur che vi abitano hanno dato vita a una società multilingue, aperta agli scambi con il mondo e le diverse culture dei popoli. Damanhur accoglie migliaia di visitatori ed attira l’interesse di studiosi e ricercatori da tutto il mondo nel campo delle scienze sociali, dell’arte, della spiritualità, della sostenibilità ambientale. Secondo la visione dei cittadini di Damanhur, la vita è continua trasformazione e rinnovamento conseguite attraverso il confronto con gli altri, per far emergere la propria parte più vera che ci collega all’essenza divina dell’universo. Per sottolineare l’importanza del cambiamento, del rispetto per la vita e dell’umorismo che deve guidare ogni trasformazione, i damanhuriani adottano un nome di animale e di vegetale che usano quotidianamente. Il rispetto per l’ambiente è uno dei fondamenti del pensiero damanhuriano. I damanhuriani coltivano e allevano biologicamente, ristrutturano e costruiscono secondo i criteri della bioedilizia, hanno sviluppato aziende di progettazione e installazione nel campo delle energie rinnovabili, prediligono i metodi di cura naturali ed una visione olistica della medicina.
Per maggiori informazioni: www.damanhur.org

Villaggio Verde

Villaggio Verde
Villaggio Verde
Il Villaggio Verde di Cavallirio (NO) è un progetto di eco-villaggio ideato agli inizi degli anni ’80 da Bernardino del Boca, come centro sperimentale per l’evoluzione della coscienza, un libero laboratorio del vivere ricercando l’armonia con sé stessi, gli altri e la natura. Al momento raggruppa una ventina di abitanti, tra cui 4 bambini e circa 200 simpatizzanti esterni, desiderosi di fare esperienza di un nuovo modello di vita, che si contrappone a quello frenetico e inquinante delle città. Non vi è un’ispirazione politica o religiosa prevalente, né una regolamentazione rigida: ognuno è libero di partecipare alle attività comuni secondo le sue disponibilità ed inclinazioni, in base alle necessità del gruppo e alla propria coscienza e responsabilità individuale.
Per maggiori informazioni: www.villaggioverde.org

LIGURIA

Torri Superiori

Torri Superiore
Torri Superiore
E’ un piccolo borgo situato a pochi chilometri da Ventimiglia. Nelle opere di restauro vengono impiegati pietra naturale locale, calce (per gli intonaci e le pitture murali) e materiali isolanti naturali (sughero, fibre di cocco). Tutti serramenti sono in legno sostenibile, e gli smalti e le pitture murali sono ecologiche. Si produce acqua calda con pannelli solari, e sono presenti impianti di riscaldamento a bassa temperatura sia nella struttura ricettiva sia in alcune case private. Gran parte dell’energia elettrica del centro culturale viene autoprodotta con i pannelli fotovoltaici. Sono presenti diversi orti e frutteti, ispirati ai principi della permacultura, che forniscono verdura e frutta fresca, ed altre coltivazioni sono in via di realizzazione. Vengono prodotti in casa molti alimenti: olio d’oliva, pane, pasta fresca, miele, marmellata, yogurt, gelato, tisane di erbe locali. Il cibo acquistato è in gran parte biologico, o di provenienza locale, o almeno nazionale. Non vengono utilizzati alimenti surgelati, precotti, geneticamente modificati,  basi pronte, e in inverno viene utilizzato il forno a legna per la preparazione di pane e pizze. Il villaggio dispone di 5 automobili per 20 residenti, ma viene incoraggiato l’uso del trasporto pubblico anche per gli ospiti (treno e corriera locale). Nell’ecovillaggio sono presenti anche due bellissimi asini che aiutano per trasporto da e per le campagne.
Per maggiori informazioni: www.torri-superiore.org

EMILIA ROMAGNA

Ecovillaggio Lumen

Immagine by http://www.naturopatia.org/ecovillaggio/
Immagine by www.naturopatia.org
L’ecovillaggio Lumen è una comunità intenzionale, fondata nel 1992, formata attualmente da 63 persone mosse da ideali di pace, etica, rispetto per l’ambiente, attenzione allo sviluppo armonico degli esseri umani attraverso la promozione di sani stili di vita. Attualmente, Lumen sta progettando la realizzazione di un nuovo ecovillaggio in cohousing a San Cresci, nelle colline del Mugello a pochi chilometri da Firenze. Può ospitare comodamente circa 40/50 famiglie, con tutti gli spazi da condividere per oltre 1000 mq. che sono stati già previsti.
Per maggiori informazioni: www.naturopatia.org/ecovillaggio

Villaggio Ecologico Granara

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Il progetto nasce a Milano verso la fine degli anni ’80, da un gruppo di ventenni desiderosi di dare il loro contributo alla “salvezza” del pianeta, già attivi nel campo della solidarietà. Le tecniche adottate sono quelle della bioedilizia e dell’autocostruzione, tentando di valorizzare al massimo i materiali offerti dal territorio. Il risparmio energetico è una delle priorità della comunità. Sui tetti restaurati vengono montati pannelli solari per l’acqua calda, i gabinetti approntati sono a compostaggio a secco e gli impianti di riscaldamento sono prevalentemente a legna (alcuni con integrazione solare e/o di gas).L’agricoltura è biologica, con orto e pollaio in condivisione, cercando di raggiungere una discreta autosufficienza alimentare. Ogni nucleo familiare ha una propria casa ed una propria economia privata.
Per maggiori informazioni: www.granara.org

Ecovillaggio Tempo di Vivere

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Questo progetto nasce dalla volontà di superare il disagio e la frammentazione sociale. Si tratta di una comunità intenzionale, autonoma e autogestita, in cui ognuno può portare le proprie esperienze e competenze per arrivare all’obiettivo comune di un’esistenza basata sulla centralità del singolo, nella condivisione e nella collaborazione, che permette una crescita individuale e collettiva. Ciò che da soli sembra impossibile diventa fattibile quando non ci sente più entità distinte, ma un gruppo di persone che collabora ad un fine comune.
Per maggiori informazioni: tempodivivere.it

VENETO

Co-Housing Rio Selva

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Rio Selva
Questo progetto nasce dalla volontà di Anna e Bruno, due pensionati che hanno deciso di ristrutturare il proprio casolare di campagna per ricavarne una serie di alloggi volti ad ospitare altre persone desiderose di mettersi in gioco in una nuova vita, rurale e comunitaria. Oggi la loro casa è: fattoria didattica, gruppo d’acquisto, agricoltura biologica, musica, arte ed accoglienza sociale. Tutto questo realizzato con spirito etico e nel pieno rispetto della natura, del luogo, degli animali, e del rapporto creativo e armonioso con se stessi, gli altri e l’ambiente.
Per maggiori informazioni: www.rio-selva.blogspot.it

TOSCANA

Associazione Rays

Associazione Rays
Associazione Rays
Nasce nel 2006 e si trova in un casolare immerso nel verde nei pressi del Parco Naturale “Le Cornate”. L’associazione nasce con lo scopo di realizzare uno stile di vita semplice nel pieno rispetto della natura e delle sue risorse. L’esperienza quotidiana si fonde e si collega ai principi essenziali dell’agri”cultura” naturale e della Permacultura. Vengono utilizzate energie rinnovabili (pannelli fotovoltaici, e un semplicissimo sistema per avere acqua calda) ed è in progetto la realizzazione di impianti di fitodepurazione e di gestione dell’acqua.
Per maggiori informazioni: www.associazionerays.org

domenica 22 marzo 2015

L’incredibile potere dell’acqua di acquisire informazioni e guarire

Masaru Emoto era un ricercatore giapponese che a partire dagli anni novanta del secolo scorso condusse una serie di esperimenti osservando l’effetto fisico della parola, preghiera, musica e ambiente sulla struttura cristallina dell’acqua [1]. Emoto, con la collaborazione del suo team di ricercatori, usando il microscopio elettronico, si propose di scattare delle fotografie all’acqua dopo essere stata esposta a variabili diverse e successivamente congelata, in modo da formare sottili strutture cristalline. Con queste micro-fotografie, Emoto mostrava come la coscienza umana abbia un effetto reale e tangibile sulla struttura molecolare dell’acqua. Osservando i suoi fotogrammi si può notare che l’acqua di alta qualità proveniente dalle fonti e sorgenti più pure ed incontaminate forma cristalli tanto belli quanto complessi e ramificati, mentre l’acqua di scarsa qualità ha difficoltà nel formare cristalli.
E’ interessante il fatto che un cristallo di ghiaccio di acqua distillata presenta una struttura di base esagonale priva di ramificazioni geometricamente complesse. Attraverso la preghiera, la musica od attaccando parole scritte ad un recipiente d’acqua, le forme dei cristalli si fanno via via più complesse, secondo ordini geometrici di grado superiore, analoghi a quelli visibili nella geometria frattale.
Quindi quest’acqua contenente le informazioni diventa un utile strumento di guarigione. Come afferma Luc MontagnierPremio Nobel per la Medicina 2008: “Possiamo utilizzare l’acqua “informatizzata” per ridare le giuste informazioni al corpo, e ripristinare quindi l’equilibrio energetico che è alla base di ogni processo di guarigione.” Questa è la base della modernaMedicina Informazionale.
Entrando in contatto empatico con l’acqua, trasmettendogli l’intenzione  che abbiamo bisogno nel momento, che sia di pace, amore, libertà, felicità, ricchezza essa verrà registrata e ce la rimanderà indietro. E’ possibile farlo attanccando dei foglietti di carta su una bottiglia di vetro, o esponendola per un certo tempo a suoni o immagini.
Rendiamo omaggio a Masaru Emoto con l’aiuto del Dr. Sergio Stagnaro che ci ricorda le strette correlazioni dimostrabili con un fonendoscopio tra gli esperimenti fotografici di Emoto e la produzione scientifica offerta dalla Semeiotica Biofisica Quantistica.
Dr. Stagnaro, in alcuni suoi manoscritti vengono citati di buon grado gli esperimenti di Masaru Emoto. Ci può spiegare che relazioni Lei può notare tra le fotografie fatte al microscopio elettronico delle strutture cristalline che si formano nell’acqua e le sue ricerche semeiotico-biofisico-quantistiche?
Osserviamo una delle immagini di Emoto e ripensiamo a come egli prepara l’acqua, prima di refrigerarla e fotografarla. Egli la espone preventivamente (ossia prima di refrigerarla) a delle informazioni, a delle onde che rappresentano fisicamente musica, suoni, parole, preghiere, immagini. Se l’acqua non fosse in grado di conservare l’informazione ricevuta, non dovremmo e potremmo notare alcuna differenza tra le strutture cristalline di una qualsiasi acqua distillata non esposta ad alcuna sorgente d’informazione e quella invece preventivamente “informata”. Ed invece non è così: le differenze ci sono, eccome ci sono!
Emoto mostra che l’acqua è capace di ricevere e memorizzare informazione. Queste sue notevoli caratteristiche, a cui dobbiamo aggiungere la sua straordinaria peculiarità di trasmettere l’informazione conservata, sono messe in evidenza dagli esperimenti condotti mediante l’ausilio della Semeiotica Biofisica Quantistica, che corrobora clinicamente e sperimentalmente l’esistenza, anzi il principio, della memoria-informazione dell’acqua [2]. Questo risultato clinico ha favorito ulteriori esperimenti [3] che hanno evidenziato la possibilità di trattare in modo efficace, per esempio, la Sindrome da Stanchezza Cronica [4, 5] sfruttando la proprietà dell’acqua di ricevere, memorizzare e infine trasmettere informazione qualitativamente significativa per scopi terapeutici.
Inoltre, la memoria-informazione dell’acqua è stata sfruttata utilizzando acqua energizzata da un dispositivo quantistico (il Cem-Tech, ora Ak-Tom) in grado di catturare le radiazioni di sostanze terapeutiche (per esempio, prodotti fitoterapici, omeopatici, farmaci) per poi ritrasmetterle all’acqua, aprendo nuove prospettive nell’uso di prodotti terapeutici [6], limitandone i dosaggi e gli effetti secondari con i medesimi risultati curativi. Sono molteplici le conseguenze del principio della memoria informazione dell’acqua: ad esempio, sempre con l’AK-tom si possono catturare le radiazioni di secrezioni corporee (es. saliva, muco bronchiale e intestinale, urina) in condizioni patologiche per poi trasferirle all’acqua ed usarla per scopi terapeutici [7]. Al fine di dimostrare la memoria-informazione dell’acqua segnalo inoltre il mio esperimento che corrobora l’efficacia della musicoterapia (Lullaby experiment) [8, 9], l’esperimento delle due preghiere [10, 11] che sancisce l’importanza della preghiera del cuore e comunitaria, ed il ruolo chiave della valutazione SBQ dei glicocalici [12].
Nelle fotografie di Emoto possiamo notare che le strutture cristalline dell’acqua sono sensibili anche alla qualità dell’informazione ricevuta. Ad esempio, l’acqua esposta a musica classica di qualità mostra strutture molto più belle e raffinate di quelle di acqua esposta a musica di più basso livello. Cosa ha da dire la Semeiotica Biofisica Quantistica riguardo alla quantità e qualità dell’informazione ricevuta?
Emoto conduce esperimenti esponendo l’acqua a diversi tipi di musica e di preghiera. E’ significativo il suo esperimento di preghiera collettiva davanti ad un lago, fotografandone i cristalli d’acqua sia prima che dopo l’orazione. Io ho condotto i miei esperimenti clinici sia con la musica, che con la preghiera, distinguendo la preghiera meccanica dalla preghiera d’amore, fatta cioè col cuore. Quest’ultima mostra una sicura efficacia benefica sia locale che simultaneamente non-locale, anche a distanze di migliaia di chilometri tra orante e beneficiario dell’orazione, che io osservo a livello microcircolatorio specie nell’amigdala e nelle circonvoluzioni limbiche. La preghiera meccanica invece non produce alcun effetto, né locale, né non-locale, nell’unità microvascolotessutale osservata. A questo punto, bisogna ricordare la Teoria della Angiobiopatia che correla il modo di essere e funzionare del parenchima con quello dei relativi microvasi, attraverso la cui valutazione si ottengono informazioni sul parenchima correlato [13].[…]
Emoto ci mostra, per analogia, l’immagine di tutto questo: quanto più l’acqua è esposta ad informazioni deleterie e degradanti, negative, tanto più la complessità e frattalità delle strutture cristalline diminuisce. Al contrario,  tanto più l’acqua è esposta ad informazioni  benefiche, positive, in sintonia con la natura, come una parola d’amore o di ringraziamento, l’immagine di un bel paesaggio, la nona sinfonia di Behetoven o una preghiera detta con il cuore, tanto più la struttura cristallina frattalica diventa bella, affascinante ed armonica.  Le immagini di Emoto sono icone, “correlati oggettivi”,  dei successi della prevenzione primaria e pre-primaria SBQ, ed in particolare delle ultime scoperte fatte con l’aiuto dell’originale semeiotica fisica, riguardanti la ristrutturazione genetica, realizzata con la blue therapy [14].
Bibliografia
[1] Emoto M. The message from Water, Hado, 2001.
[2] Sergio Stagnaro. The Principle, rather than the Theory, of Water Memory-Information. JOQBS, 2011.
[3] Sergio Stagnaro. First Water Memory-Information Demonstration through Quantum Biophysical Semeiotics. JOQBS, 2011
[4] Sergio Stagnaro. Water Memory-Information containing Muscle Extremely High Energy Frequency: Is the Therapeutic Problem of Chronic Fatigue Syndrome solved? JOQBS, 2011
[5] Sergio Stagnaro. Water Memory-Information based Therapy: quick Recovery from Arthrosis-Dependent Backache. JOQBS, 2011
[6] Sergio Stagnaro, Simone Caramel (2014) Una nuova terapia basata sulla memoria-informazione dell’acqua: l’approccio biofisico-quantistico
[7] Caramel S, Stagnaro S, Pyatakovich FA, Yakunchenko TI, Makkonen KF, Moryleva ON. Background Millimeter Radiation Influence in Cardiology on patients with metabolic and pre-metabolic syndrome. Journal of Infrared and Millimeter Waves, Shangai, China, Vol.1, February 2014
[8] Sergio Stagnaro. Quantum Biophysical Semeiotics evidences of Water-Memory-Information by means of Music Energizing Action: Caramel’s experiment. JOQBS, 2011
[9] Sergio Stagnaro. Lullaby Experiment. Quantum Biophysical Semeiotics demonstrates Simultaneous and Synchronous Energy-Information Wave Transmission from Consciousness to Consciousness by Though . JOQBS, 2011
[10] Sergio Stagnaro e Simone Caramel. Two Prayers Experiment: the effectiveness of different kinds of prayer through QBS assessments . JOQBS, 2011
[11] Sergio Stagnaro, Simone Caramel (2014) L’esperimento ‘two prayers': l’efficacia di due diversi modi di pregare valutata attraverso la SBQ
[12] Sergio Stagnaro. Glycocalix Quantum-Biophysical-Semeiotic Evaluation plays a Central Role in Demonstration of Water Memory-Information- JOQBS, 2011
[13] Stagnaro Sergio. Teoria Patogenetica Unificata, 2006, Ed. Travel Factory, Roma.
[14] Sergio Stagnaro and Simone Caramel The Genetic Reversibility in Oncology – JOQBS, 2011