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giovedì 18 luglio 2013

antitumorali

Recenti studi sulle proprietà anti tumorali dell’aloe arborescensPDFStampaE-mail
.:INFORMAZIONE:. - 4.:SALUTE, BIOLOGIA, MEDICINA, ALTERNATIVE
Scritto da Wolfman   
In seguito al mio articolo sulle proprietà antitumorali dell’Aloe Arborescens, sono stata contattata dallo studioso Adelio Alberto Mora, collaboratore del Dottor Paolo Lissoni, noto oncologo dell’ospedale San Gerardo di Monza, direttore degli oncologi che hanno realizzato i più recenti studi sull’Aloe Arborescens.
Adelio Alberto Mora ha gentilmente aggiornato me ed il Dott. Bianchini sui recenti sviluppi della ricerca anti-cancro sull’Aloe Arborescens attraverso uno studioeffettuato nel 2009 che ha rivelato i benefici dell’aloe arborescens abbinato alla chemioterapia in alcuni pazienti con carcinoma metastatico in fase iniziale, suggerendo la possibilità di manipolare biologicamente l’efficacia e la tossicità della chemioterapiaattraverso sostanze immunomodulanti endogene o esogene. Mi ha, inoltre, comunicato anche alcune modifiche alla ricetta anti cancro di Padre Romano Zago, concordate con il frate missionario.
Lo studio originale è  visionabile in lingua inglese qui:http://iv.iiarjournals.org/content/23/1/171.full.pdf+html ed io voglio condividerlo con voi riassumendolo brevemente.
Ricerca
Sono stati “studiati” 240 pazienti con tumori metastatici solidi (cancro al polmone, cancro del colon-retto,  cancro gastrico e cancro del pancreas), che sono stati trattati con chemioterapia con o senza trattamento dell’aloe.
L’aloe è stato somministrato su una parte dei pazienti per via orale, sia durante che dopo la chemioterapia,  a 10 ml tre volte al giorno senza interruzione fino alla progressione della malattia, a partire da 6 giorni prima dell’inizio della chemioterapia, in una miscela costituita da 300 g di foglie fresche di Aloe,  500 g di miele più 40 ml di alcol 40% (ricetta di Padre Romano Zago).
La Chemioterapia, invece,  è stata somministrata settimanalmente.
Le risposte cliniche sono state radiologicamente valutate dopo almeno tre cicli di chemioterapia.
I pazienti sono stati controllati settimanalmente da test di laboratorio di routine.
Risultati
Le percentuali complessive di risposte complete (CR) e le risposte parziali (PR) raggiunte nei pazienti trattati contemporaneamente con aloe,  erano significativamente più alte rispetto a quelle dei pazienti che hanno ricevuto la chemioterapia da sola (34% vs 19%).
Le  risposte complete si sono verificate nel 10% dei pazienti trattati contemporaneamente con
aloe ed in solo il 3% dei pazienti trattati con chemioterapia da sola. Questa differenza era statisticamente significativa. La malattia stabile (SD) è stata raggiunta nel  31% dei  pazienti trattati solo con chemioterapia e nel 34% dei pazienti che hanno ricevuto una concomitante somministrazione di aloe. Il controllo della malattia ottenuta nei pazienti trattati contemporaneamente con aloe ha dimostrato una percentuale significativamente maggiore di quella riscontrata nei pazienti che hanno ricevuto la chemioterapia da sola (67% vs 50%).
Anche la percentuale di sopravvivenza a 3 anni ottenuta nei pazienti trattati contemporaneamente con aloe era significativamente superiore rispetto a quella riscontrata nel gruppo di chemioterapia da sola.
L’Aloe è stato ben tollerato in tutti i pazienti ed è stata riscontrata un’ assenza di effetti metabolici indesiderati.
Inoltre, come illustrato in Fig. 2, il numero medio dei linfociti osservato dopo terapia nei pazienti trattati contemporaneamente con aloe è stata significativamente superiore a quello osservato nel gruppo trattato con sola chemioterapia, mentre nessuna differenza era stata osservata prima dell’inizio del trattamento.
Infine, la chemioterapia è stata sostanzialmente più tollerata dai pazienti trattati contemporaneamente con aloe. In particolare, la comparsa di astenia e/o fatica era significativamente minore nei pazienti trattati contemporaneamente con aloe che in
quelli che hanno ricevuto la sola chemioterapia (26% vs 46%).
Questo studio sembra suggerire quindi che l’aloe può essere associato con successo allachemioterapia per aumentare la sua efficacia in termini di velocità di regressione deltumoreed aumento del tempo di sopravvivenza, almeno in pazienti con stato clinico povero a causa della bassa PS o importanti malattie mediche, in cui l’attività terapeutica di chemioterapia da sola è generalmente bassa.
La formulazione recente di regimi di biochemioterapia potrebbe rappresentare una strategia molto semplice e  promettente nel trattamento di neoplasie umane.
L’Aloe è una delle piante più importanti per l’attività antitumorale e la proprietàantineoplastica è dovuta alle proprietà antiproliferative, immunostimolanti e antiossidanti.
Oltre all’Aloe, si è scoperto che anche la Cannabis e la Mirra hanno proprietà antitumorali.
Nonostante le differenze nella struttura chimica delle loro molecole, l’attività antitumorale di aloe, cannabis e mirra è basata su meccanismi molto simili, costituiti da attività antiproliferativa, immunostimolante, antinfiammatoria e dall’effetto antiossidante.
In cannabis e mirra, gli effetti antiproliferativi e immunoinflammatori-modulante sono attribuiti alle stesse molecole:  tethrahydrocannabinol cannabinolo per la cannabis e la T sesquiterpene cadinol per mirra. Al contrario, l’attività  antiproliferativa e gli  effetti immunomodulanti dell’aloe sono principalmente esercitati dall’aloe-emodine, la cui azione oncostatica ha dimostrato di essere particolarmente evidente contro le cellule tumorali neuroendocrine.
D’altra parte, le proprietà immunostimolanti dell’aloe sono principalmente a carico diacemannan e glycomannan, la cui stimolazione antitumorale è mediata, almeno in parte, dalla inibizione di secrezione di interleuchina, con conseguente aumento della produzione di IL-2, che svolge un ruolo fondamentale nella generazione dell’immunità antitumorale.
Le proprietà antitumorali dell’aloe sono state confermate da diversi esperimenti in vitro e in vivo rivelando che non dipende solo dal suo effetto immunomodulante, come creduto fino a poco fa, ma anche da una inibizione diretta della cellula tumorale attraverso la proliferazione di aloenin e molecole simili.
Il considerevole numero di studi clinici condotti con gli estratti di aloe finora effettuati, tuttavia, hanno prodotto  risultati controversi.
La terapia dell’Aloe è stata particolarmente studiata nel trattamento della psoriasi,iperlipidemia e diabete mellito e può esercitare effetti anticolesterolo ed effetti antidiabetici. Inoltre, stimola  la riparazione delle ferite.
Infine, l’aloe è stato utilizzato per il trattamento della neoplasia umana, sebbene sono disponibili solo dati preliminari.
La maggior parte degli studi sono, però, molto limitati da un punto di vista metodologico, a causa del basso numero di pazienti e la mancanza di randomizzazione.
Pertanto, il presente studio sull’abbinamento dell’aloe alla chemioterapia, è stato previsto nel tentativo di studiare l’influenza dell’aloe nei pazienti con cancro a basso stato clinico.
Lo studioso Adelio Alberto Mora, le cui ricerche sono state fatte senza fine di lucro ma solo per amore e passione per chi soffre di malattie varie, ha anche apportato dellemodifiche alla ricetta di Padre Romano Zago, per adattarla meglio ad alcuni pazienti affetti da patologie particolari.

Modifiche alla ricetta di  Padre Romano Zago

MIELE:
Nella preparazione casalinga della ricetta , informando anche Padre Romano Zago, hannodiminuito la quantità del miele da 500g a 150 g , anche se sarebbe meglio mettere solo 50g di miele in particolare per chi soffre di Diabete ; meglio di tutto sarebbe il Miele di Melata(meno zuccherino); è stata sperimentata anche la Stevia invece del miele, che ultimamente ha sostituito tutti i dolcificanti , ritenuti TOSSICI .
In alternativa è possibile sostituire il miele con un frullato di frutta, meglio di tutti sarebbe una banana semi acerba e NON matura, perché  i diabeti possono sopportarla molto bene dato che gli zuccheri non si sono ancora formati ( Scoperta brasiliana).
GRAPPA:
Invece della Grappa o del Whisky (peggio il Cognac che è astringente), aggiungere laspremuta di mezzo limone (confermato anche da Padre Romano Zago via e-mail ), che è anche un antiacido per eccellenza ed un antitumorale naturale (questo, in particolare per chi non può assumere alcolici).
PREPARAZIONE:
Per quanto riguarda la procedura, le foglie NON devono essere frullate, ma ‘passate’ con un normale ‘passa pomodoro’ .
Questo perché, se le foglie vengono frullate, il perno centrale del frullatore, con l’alta velocità, raggiunge una temperatura superiore ai +70° gradi, che può alterare alcune  proprietà dell’Aloe. Diverso il caso, se si possiede un Bimby Worwerk, che non và in surriscaldamento alla velocità 10.
Quindi dopo il ‘passato’ delle foglie, mescolarle con il miele o la Stevia  e con il limone.
Questa particolarità fu riscontrata da un ingegnere chimico ed Adelio Alberto Mora, quando nel 1983 iniziarono lo studio di un progetto di grandi dimensioni per la coltivazione e la lavorazione dell’Aloe in Venezuela. Progetto non realizzato per ragioni burocratiche con il governo venezuelano.
Ma vediamo ora perché l’Aloe Arborescens e non l’Aloe Vera?
Le differenze delle percentuali dei componenti tra l’Aloe Vera e l’Aloe Arborescens, hanno determinato la decisione di preferire l’Aloe Arborescens all’Aloe Vera, per lo studio del gruppo del dottor Paolo Lissoni, quale componente ‘naturale’ per la terapia e la cura di alcune forme tumorali .
Aloe Arborescens          Aloe Vera
Prolina                            113,00                            17,00
Tirosina                            19,97                           14,00
Fenilalanina                      17,33                           14,00
Istidina                            21,37                           14,00
Arginina                           19,00                           14,00
Triptofano                       57,60                           30,00
Serina                              20,69                           20,00
Per oggi è tutto. Se avete altre domande o curiosità, non esitate a chiedere.
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A.P.

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